Torniamo puntuali a parlare di contratti di locazione, qui il precedente articolo sulla locazione transitoria e qui quello sul contratto a canone libero.
Come protagonista della lettura, ci sarà proprio lui: il contratto di locazione a canone concordato.
Pronti per scoprire come funziona e quali requisiti siano necessari per sceglierlo? Allora partiamo subito!
Tra tutte le tipologie, il contratto di locazione a canone concordato è uno di quei particolari accordi che permette di usufruire di svariate agevolazioni fiscali tra cui la cedolare secca al 10%.
Le agevolazioni fiscali possibili interesseranno naturalmente sia il proprietario dell’immobile in questione che l’inquilino, ma entriamo subito nel vivo del discorso e approfondiamo insieme.
Cosa significa canone concordato
Uno dei dubbi più comuni quando si parla di contratto a canone concordato, è proprio quello relativo alla definizione del nome di questo accordo.
E allora, cosa vuole dire che il canone è concordato?
Semplice, letteralmente che il proprietario dell’immobile non sarà libero di scegliere il prezzo dell’affitto, ma dovrà fissarlo tenendo in considerazione un range specifico, fissato dall’accordo territoriale di riferimento per il proprio Comune.
Specifichiamo che questo accordo non è presente in tutti i comuni, ma per il Comune di Cassano Magnago, dove la nostra agenzia ha sede, è presente un accordo territoriale.
Eccolo qui, scaricabile in file pdf.
Il calcolo effettuato, che dovrà tenere in considerazione il totale della superficie calpestabile dell’immobile, così come altri elementi accessori (ad esempio la presenza del balcone, o dell’ascensore, ecc..) dovrà essere confermato da una delle associazioni rappresentative di categoria.
Per i contratti d’affitto non assistiti dalle associazioni rappresentative di categoria, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che ai fini di beneficiare della agevolazioni fiscali previste, sarà necessario richiedere alle organizzazione firmatarie degli accordi territoriali il rilascio di un’apposita attestazione.
Tale documento serve per certificare che il contenuto del contratto è conforme a quanto previsto dall’accordo territoriale, quindi rispetta i requisiti previsti per l’applicazione delle agevolazioni fiscali previste.
Partiamo dal ricordare che ai contratti a canone concordato si applica, in specifici casi, la cedolare secca del 10%, il regime di tassazione sostitutivo che per il canone libero è pari al 21%.
Ma come funziona nel concreto? Guardiamolo insieme.
Contratto a canone concordato: requisiti e come funziona
Continuiamo col dire che è proprio la legge n. 431/1998 a spiegare come funziona il contratto d’affitto a canone concordato e quali sono i requisiti generali.
L’articolo 2 al comma 3 stabilisce che, in alternativa ai contratti d’affitto a formula libera, quelli a canone concordato prevedono che il costo della locazione sia fissato secondo quanto previsto dagli accordi locali delle organizzazioni della proprietà edilizia e delle organizzazioni dei conduttori maggiormente rappresentative.
Tra i requisiti c’è anche la durata: i contratti a canone concordato prevedono la formula 3+2 e, a seguito della proroga biennale, le parti possono concordare il rinnovo a nuove condizioni della locazioni ovvero la rinuncia al rinnovo del contratto comunicando la propria intenzione con lettera raccomandata da inviare all’altra parte almeno sei mesi prima della scadenza.
In mancanza della comunicazione il contratto è rinnovato tacitamente alle medesime condizioni per un ulteriore biennio.
Allora, sei pronto a scegliere il contratto di locazione più adatto alle tue esigenze?
Vieni a trovarci in Agenzia oppure chiamaci al 0331 200 671 per approfondire la tua situazione, all’interno del nostro ufficio abbiamo professionisti dedicati al mondo della locazione.
Possiamo svolgere per te tutte le pratiche necessarie, inclusa l’attivazione di una polizza assicurativa a tutela dell’affitto.
La nostra agenzia si trova a Cassano Magnago e ci occupiamo di tutto il territorio limitrofo.